Scuola di coaching: perché diventare coaching ontologico transformazionale

14.11.2020

Le mie personali ragioni sul frequentare una scuola di coaching nonostante esercitassi già. E sul perché abbia scelto proprio DURGA a Torino, quando potevo starmene tranquilla a Milano, dove ci sono tante scuole di coaching.

Chi è il coach professionista? 

Ci sono 3 risposte a questa domanda:

  • Professionista è chi ha frequentato una scuola di coaching
  • Professionista è colui che svolge la professione, cioè esercita con continuità
  • Professionista è colui che esercita con continuità e si tiene costantemente aggiornato e formato.

Secondo la mia personale opinione, un coach professionista ha frequentato una scuola, esercita con continuità e si tiene aggiornato. Aggiornamento, ad esempio, affiliandosi ad una associazione di categoria come AICP o ICF che ti accoglie solo se hai aderito al codice etico del coach, ti mantiene socio solo se ti tieni costantemente formato ed eserciti con continuità e ti mette in rete in modo da poter scambiare esperienze tra colleghi.

Come è iniziato il mio viaggio per diventare coach professionista?

Quando nel 2018 ho deciso che la consulenza e la formazione in comunicazione efficace sarebbero diventati il mio lavoro principale e mi sono messa in proprio, avevo diversi strumenti nella mia valigetta degli attrezzi che erano in comune con il mondo del coaching; infatti con alcuni clienti che ho seguito in un percorso di public speaking abbiamo lavorato molto sull'identificazione del "loro perchè" proprio utilizzando un approccio da coach.

Ora, sebbene la decisione di mettermi in proprio fosse nata anche in seguito ai molti riscontri positivi rispetto alla mia bravura di insegnare, supportare e portare risultati, nel momento in cui ho iniziato mi sono detta "adesso non sei un amatore, sei una professionista e devi comportarti da tale" e così sono nati due bisogni:

  • tracciare un filo rosso tra tutte le competenze che avevo raccolto nei vari ambiti professionali e personali e raggrupparli per creare il mio metodo e i miei corsi di comunicazione efficace e public speaking
  • avere un titolo di studio che giustificasse che io quel mestiere lo potessi fare in modo professionale e non amatoriale

Lo so, per molti un titolo di studio è solo un pezzo di carta, io però credo che sia una forma di rispetto ed una garanzia per il cliente. All'interno di una scuola impariamo a conoscere gli strumenti utili per il nostro lavoro, gli errori in cui possiamo incappare, troviamo qualcuno che ci fa partire già con il piede giusto e ci dice come correggerci in caso di errore. Raggiunte queste consapevolezze, toccava decidere a quali corsi iscriversi e dove.

Sul Public Speaking mi sentivo abbastanza forte perché frequentavo Toastmasters già da 4 anni al ritmo di 25 ore a settimana, mentre sul coaching sentivo il bisogno di aggiungere qualcosa alla mia formazione da autodidatta e di andare a scuola; per ingordigia di accrescere il mio sapere e per avere conferma sul buon utilizzo di alcuni strumenti che da autodidatta avevo appreso e applicato su un campione di persone che ritenevo troppo piccolo per darmi una conferma da sola.

Esatto, anche se la professione del coach non prevede l'iscrizione ad un albo e per legge tutti possiamo svegliarci una mattina e dire "siamo coach di ... " io volevo un titolo di studio. E non avevo voglia di investire tempo e denaro in una scuola qualunque solo per "comprare un certificato"! Così ho chiesto ad una persona di fiducia di consigliarmi una scuola che mi potesse offrire una vera opportunità di crescita professionale, anche considerando la mia predilezione verso quella parte della comunicazione in grado di "rendere il mondo un posto migliore".

Il coaching ontologico

Sono così arrivata a Durga, una scuola di coaching a ben 150 km da casa mia. In molti mi hanno chiesto, perché non andare a Milano dove vivo. Prima di tutto le scuole che insegnano il coaching ontologico in Italia sono pochissime, stanno sulle dita di una mano. Tante scuole usano la PNL, ma io - a torto o ragione - ero scettica su questa materia, prediligendo invece l'ontologia del linguaggio. Se non sai cosa siano la PNL e l'ontologia del linguaggio ti invito ad approfondire, scoprirai un mondo.

La scelta di Durga è stata vincente, oggi la mia valigetta degli attrezzi ha più che raddoppiato il suo volume e soprattutto sono perfettamente consapevole della differenza tra un coach e un non-coach e tra un coach formato con il metodo ontologico e uno no. La mia opinione è che padroneggiare la metodologia del coaching ontologico:

  • è fondamentale in ogni professione dove comunicare bene assume una importanza strategica (insegnanti, mentori, mediatori, dirigenti, imprenditori ...)
  • rende più facile ogni professione.
  • alimenta una filosofia di vita e aziendale basata sul rispetto e sul potenziamento della persona.

Ed è principalmente per quest' ultimo motivo che mi auguro vorrai approfondire il tema del coaching ontologico e/o condividere questo articolo con chi i tuoi amici che vogliono diventare coach e quelli che lo sono già e desiderano potenziarsi.

TalentoUmano di Francesca Gammicchia
Milano | Bucarest | Rimini | Spoleto | Trapani
Creato con Webnode Cookies
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia